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Giulia paga il premio


di AriannaeDioniso
11.09.2024    |    713    |    2 9.0
"“Ti piace, cagna, vedermi maltrattare tuo marito?” “Sì, mi piace..."
Nelle puntate precedenti:
Giulia e suo marito Loris partecipano a un film porno. Da allora Giulia diventa la puttana della sua azienda. Viene indetta una lotteria, dove il vincitore potrà inculare la donna davanti agli occhi del marito.


Loris si era perso da tempo in un mondo di desideri nascosti, ben molto prima di essere coinvolto in quel film che avrebbe cambiato tutto. Sua moglie, presa da tre uomini, mentre lui, ridotto a uno spettatore impotente, si trovava solo con un giocattolo offerto dalla produzione.
Già da molto tempo, si limitava a segarsi, guardando video sui "cornuti". C'era qualcosa di profondamente magnetico nel guardare, nel sentire l’umiliazione bruciante dei mariti o fidanzati che, con gli occhi pieni di frustrazione, assistevano impotenti a corpi maschili scolpiti dalla natura che invadevano ogni centimetro delle loro donne. La tensione vibrava in lui, il desiderio di essere parte di quella scena lo consumava. Voleva essere vicino, sentire il calore delle loro pelli che si sfioravano, magari perfino assaporare la potenza di quei corpi. C'era qualcosa di profondo in quella frustrazione condivisa, qualcosa che accendeva il fuoco nel suo ventre e gli faceva pulsare il cuore.

Loris aveva aiutato sua moglie a prepararsi, a pulire e decorare con cura la loro camera da letto, pensando che il vincitore della lotteria avrebbe riscosso il premio nel letto coniugale.
Aveva sparso petali di rosa sopra e intorno al letto, aveva posizionato candele profumate sui mobili circostanti, pensando che un tocco di kitsch avrebbe dovuto accentuare la natura trasgressiva di ciò che sarebbe accaduto in quella scena.

La giovane, sdraiata con nonchalance sul divano del soggiorno, si era appisolata mentre aspettava il vincitore della lotteria. Vestita con un tubino nero attillato, truccata con discrezione ed eleganza, cercò di non rovinare la sua nuova acconciatura appoggiandosi al bracciolo.
Indossava anche un nuovo completo di lingerie rossa che Loris le aveva appena regalato, dopo aver pagato anche il parrucchiere e l'estetista, che aveva eseguito una depilazione completa delle parti intime, perfezionata con la sbiancatura dell’ano.
Loris si è occupato anche della sua presentazione. Ben sbarbato, si era rasato completamente i peli del corpo, tentando così di accentuare il suo aspetto giovanile e una forma di femminilità che i suoi lineamenti delicati gli donavano naturalmente.
Sperava cosi, senza immaginare di competere con la sua splendida moglie, di incoraggiare pulsioni sessuali alternative da parte del suo amante o almeno di rendersi assolutamente innocuo ai suoi occhi: se non per succhiarlo o farsi scopare da lui, almeno per far accettare la sua presenza, anche solo seduto vicino al letto mentre scopava Giulia.

Il vincitore della lotteria aveva il diritto di scegliere il posto dove scopare la donna e aveva deciso per la casa della coppia.
Né Loris né sua moglie sapevano chi sarebbe arrivato. Tommaso aveva appena specificato che Loris avrebbe dovuto aprire la porta al vincitore e ad accompagnarlo in soggiorno dove Giulia lo avrebbe aspettato, in ginocchio.
Quando la porta si era aperta, la sorpresa fu devastante: per una inquietante fatalità e uno scherzo del destino il sorteggio era stato vinto da Luca.

Per una coincidenza davvero straordinaria, Luca, era un ex collega di Loris e un nuovo collega di Giulia. Somigliava molto a Jack Nicholson, soprattutto quando mostrava quel sorriso sadico alla Psycho. Quaado lavorava nella stessa azienda di Loris, faceva parte di un piccolo gruppo di ragazzi comunemente considerati i peggiori stronzi dell'azienda. Cinici, fallocrati, razzisti... tutti sembravano essersi riconosciuti e uniti sotto la stessa bandiera in una piccola assemblea ridente di cui Luca era il cantore.
L'indifferenza sprezzante che Loris provava verso questi uomini si trasformò poi in un odio tanto profondo quanto ambivalente.

Il film a cui avevano partecipato aveva spezzato ogni barriera. Quell’odio profondo si era trasformato, ora lo sapeva. Non era mai stata solo gelosia: era il suo desiderio di essere spettatore, di accettare il suo ruolo di cornuto consenziente. Ma questo Loris non poteva ammetterlo, non a sé stesso, e tanto meno a Giulia.
Lei, però, lo aveva scoperto: Loris era stato così sbadato da far si che Giulia se ne accorgesse, controllando la cronologia mentre un giorno consultava il suo computer.
La scoperta di questa fantasia in Loris deve aver fatto eco ad alcuni desideri semisepolti nella donna: bastò questa consapevolezza e un’inserzione per la ricerca di attori letta per caso sul web a far nascere l’idea di prendere parte a uno di quei film che sembravano piacere tanto a suo marito.
Loris provava ormai di rado scoppi di gelosia, in occasione di rari rinascimenti di dignità, ma quando aprì la porta al suo ex collega, questo sentimento lo invase con brutalità.

“Ehi, ciao Loris!”
Mentre quest'ultimo rimaneva senza parole, pallido di rabbia, ma già oscillante tra lo sdegno e l'eccitazione, Luca continuò senza perdere il sorriso.
“Posso entrare?”
Qualcosa in Loris abdicò e lo fece cadere nella docilità da cornuto a cui aspirava, tanto più gratificante dello stupido orgoglio che avrebbe dovuto portarlo a respingere quel bastardo. Spalancò la porta con un gesto invitante, inclinando leggermente la testa in avanti in modo servile.
“Grazie Loris, sei molto gentile. Dov'è tua moglie?”
“Nel soggiorno. Ti sta aspettando.”

Giulia non sussultò quando vide entrare Luca, di cui conosceva le mani e i modi. Faceva parte della prima cerchia di uomini che l'avevano palpeggiata nella sala ristoro, quelli dominanti, quelli che per primi l’avevano frugata per testarne le consistenze ed eleggerla come schiava sessuale dell’azienda. Lui era di gran lunga il più rude, non appena l’attenzione di Tommaso, l’organizzatore, si era allentata, Luca le aveva pizzicato e torto i capezzoli con crudeltà.
Inginocchiata sul tappeto, accanto al tavolino, la donna osservava il collega avvicinarsi con le mani in tasca.
“Lo vedi? Questa piccola troia aspetta il mio cazzo, a quanto pare... Eh, Loris, non è deliziosa la tua cara mogliettina in ginocchio davanti a me?”
“Sì…”
“Sì cosa?”
“Sì, è deliziosa“
Luca si voltò verso Loris, fissandolo minacciosamente.
“Ascoltami bene, cornuto di merda, se non vuoi che faccia troppo male all’amore della tua vita, dovrai impegnarti molto, dovrai anche essere molto obbediente. Intesi?”
“Va bene.”
“Bene, vediamo. Ricominciamo. Chi sarebbe questa deliziosa moglie che in ginocchio davanti a me sta aspettando il mio cazzo?”
“Sì, è la mia Giulia. Mia moglie... che aspetta il tuo cazzo.”
“Ahhhhh, così va già molto meglio. Dimmi dove sta aspettando che metta il mio cazzo.”
“Sta aspettando che tu le metta il cazzo... nel culo.”
“Dove non l'hai mai messo tu, vero?”
“No, davvero.”
“No?”
“No, non l'ho mai presa in questo modo.”
“Quindi sono ben informato.”
Luca camminò veerso Giulia.
“Tu, troia, toglimi il cazzo dai pantaloni.”

La donna sbottonò l'uomo, slacciò la cintura e lasciò cadere i pantaloni fino alle caviglie, prima di abbassare i boxer per liberare una lungo e venoso cazzo, molto storto, un arco di cerchio, come una canna da pesca.
“Mani dietro la schiena e bocca spalancata, lingua fuori, zoccola. Fai un respiro profondo. Guarda attentamente Loris, guarda il mio cazzo che scompare lentamente nella bocca della tua cara moglie.”
Luca, con un movimento lento, inserì il suo membro nella bocca di Giulia, poi giù in fondo, nella gola, fino a scomparire completamente.
“Cosììì. Nel profondo. Oh cavolo, è così bello! Hai imparato molto bene. Guarda un po' la tua stupida moglie con il mio cazzo in fondo alla gola, è bellissimo, vero?”
“Sì. Sì, è bellissimo.”
“Che cosa è bello?”
“Il tuo c-cazzo in fo-fondo alla gola di mia m...”
Ancora piantato nella bocca di Giulia, Luca le diede uno schiaffo, facendola sobbalzare.
“Ti avevo avvertito, stronzo. Se davvero ami questa scrofa, faresti meglio a essere un po' più collaborativo.”
“Scusami Luca, non succederà più.”
“Avvicinati e guarda come gli scopo la faccia. Ancora un po', non essere timido. Attacca la tua faccia alla sua. Così. Spettacoli dal vivo: più sei vicino, meglio te li godi.”
Luca afferrò i capelli di Giulia e cominciò a martellarle senza pietà la gola, come se non ci fossero ostacoli.
Giulia tossiva, le usciva muco chiaro dal naso. Luca le offrì una pausa per respirare e ne approfittò per raccogliere i liquidi che le pendevano dalle sue le palle e spalmarli sul viso della giovane, distruggendo ciò che restava del trucco sottile dell'estetista.
“Dai, dai, apri quella bocca da troia.”
Luca si fece avanti ancora più brutalmente. Il suo ringhio da orso si mescolava ai suoni osceni prodotti dall'andirivieni dell’uccello nella bocca inondata di moccio e saliva.
Giulia, eccitata, partecipò al concerto alla maniera di certe attrici porno, scandendo le martellate con un inebriante "GAW GAW GAW GAW GAW".
Ipnotizzato, Loris vide Luca chinarsi a prendere qualcosa dalla tasca dei pantaloni, mentre con con la mano sinistra teneva la testa di sua moglie, con l'altra mano iniziò a filmare la scena con il suo smartphone.
“Sorridi alla telecamera del cornuto! Saluta i miei amici, se vieni bene lo manderò anche ai tuoi colleghi!”

Loris considerò le conseguenze, ma, ormai si era spinto troppo in là, non c’era modo di tornare indietro: interpretò il suo ruolo fino alla fine e sorrise quando gli fu chiesto.
“C-ciao ra-ragazzi.”
“Ciao ragazzi! Ha Ha Ha, mentre scopo la faccia di tua moglie. Ma che piccolo vermiciattolo sei! Ecco, facciamo un esperimento. Immagino sia passato un po' dall'ultima volta che hai baciato la tua dolce metà, eh?”
“Sì, molto tempo.”
“Ne muori dalla voglia, vero? Se te lo permettessi, le daresti un languido bacio d'amore, anche nello stato in cui si trova adesso?”
“Oh si, mi piacerebbe!”
“Bene, faremo un esperimento.”
Luca si ritirò bruscamente dalla gola di Giulia, contemplando il fondo arrossato della sua trachea prima che lei chiudesse la bocca per inghiottire i fluidi che la ostruivano. L'uomo lo costrinse ad appoggiare il viso contro la sua coscia, presentando Loris alla stessa altezza del suo pene e del viso di sua moglie.
“Hai una scelta, cornuto. O dai un bacio a Giulia oppure... Ingoi il mio cazzo, riconoscendo così che sei un frocio di merda che preferisce succhiare il cazzo piuttosto che baciare la sua amata moglie…”
Loris osservò per un attimo Giulia che, con gli occhi chiusi e la bocca semiaperta, sembrava cercare il cazzo che era appena uscito dalle sue labbra, come un bambino frustrato cerca il seno della madre. Tendeva verso il pene eretto alla sua sinistra, luccicante, pulsante, circondato da uno spesso vello umido e sormontante imponenti palle, anch'esse ricoperte di quella specie di glassa.
Di fronte all'occasione che finalmente gli si presentò, Loris non rifletté a lungo e si gettò sul cazzo dell'uomo, che inghiottì.
Superando il nauseante automatismo del colpo dell'asta in fondo alla gola, superò anche il momento in cui il respiro rimase otturato, e mantenne il naso schiacciato nel pelo bagnato del suo ex collega. Ogni spasmo del suo corpo era una lotta per riprendere il controllo, ma non si tirò indietro, lasciando che le lacrime scorressero lungo le guance, miste a piacere e dolore. Il suo cuore batteva all'impazzata, non solo per il desiderio ma per la pura euforia di vivere finalmente quella fantasia proibita.

Luca consegnò il suo smartphone a Giulia con le istruzioni per filmare la scena. Voleva avere le mani libere per prendere la testa del cornuto e scoparla il più violentemente possibile. Quest'ultimo, come sua moglie prima di lui, accompagnava il ritmo rapido dei colpi di clava con rumori gutturali e attacchi di tosse grassa. Grosse bolle di moccio si formarono sotto il suo naso e si fusero per un attimo con i peli pubici di Luca prima di scoppiare e unirsi alla zuppa di muco che scorreva dal suo mento sulle piastrelle.
Mentre sguazzava in quell’oscenità, Luca si fermò, e riprese tenendo ben piantato l’uccello in fondo alla gola di Loris, tenendogli saldamente la testa e impedendogli di respirare.
“Vedi Giulia, tuo marito, frocio, preferisce succhiare il cazzo piuttosto che baciarti. Che razza di pervertito ti sei sposata? E' diventato, come te, una puttana. Ohhh, ma guarda cosa vediamo in quei pantaloni macchiati di moccio. Mi sbaglio o sembra un'erezione?”
Anche il cazzetto di Loris era infatti notevolmente eretto. Era molto vicino a perdere conoscenza, soffocato dal cazzo dell'amante di sua moglie. Luca finalmente lasciò la presa.
“Andiamo, basta così. Respira stronzo. Comunque, gli uomini non sono il mio genere, era solo per mostrarti dov'è il tuo posto, come tua moglie, in ginocchio davanti a me o a qualsiasi altro vero uomo. Lecca la tua merda dal pavimento, non voglio scivolare.”
Senza la minima riluttanza, Loris si chinò e cominciò a lappare la piccola pozzanghera che si era formata tra le gambe di Luca.

“Giulia, apri il piccolo pacchetto che trovi nella mia borsa sul tavolino.”
La donna si alzò e tirò fuori dalla confezione un guscio di plastica rigida trasparente a forma di pene a riposo, destinato evidentemente a contenere l'erezione di suo marito.
“Loris, uscirai da questa stanza, ti spoglierai come un verme e tornerai equipaggiato solo con questa cosa. Non voglio mai più vederti duro. L'unico uomo degno di questo nome mentre sono in questa casa sono io. Cornuto, sei una nullità. Sei solo bravo a servire gli amanti di tua moglie e ad elemosinare il cazzo. Va bene?”
“Si,” rispose Loris tra due leccate sulle piastrelle, “sono la tua puttana, ti servirò come vuoi.”
Giulia, continuando a filmare col telefonino, iniziò a toccarsi, turbata dall'umiliazione del marito.
“Ti piace, cagna, vedermi maltrattare tuo marito?”
“Sì, mi piace.”
“Mi piace... Signore!”
“Mi piace, signore.”

“Vieni qui, piccola puttanella, sdraiati a faccia in giù sulle mie ginocchia e tirati su il vestito. Ti darò la sculacciata della tua vita. E tu, frocio, vai fuori dal cazzo e fai quello che ti ho detto! Le sculacciate non finiranno finché non tornerai.”
Esiliato in cucina, a causa dell’erezione Loris non riusciva a inserire il suo cazzo nella gabbietta. Per allontanarsi al punto da non sentire più gli schiaffi accompagnati dai lamenti di sua moglie che echeggiavano per tutta la casa e alimentavano la sua eccitazione, avrebbe dovuto uscire sul terrazzo, cosa che non poteva fare per paura di essere visto.
Si chiuse allora nell'armadio delle scope e cercò, schiacciandosi le mani sulle orecchie, di calmarsi, o almeno di ammorbidire il suo cazzo abbastanza da poterlo imprigionare nella cintura di castità.
Canticchiò per soffocare l'eco delle sculacciate di Giulia e si rannicchiò in posizione fetale, dondolandosi avanti e indietro, cercando di evocare immagini tristi, ma riuscendo a malapena a scacciare le immagini oscene che lo assalivano.

“Ahhaiia, ahhaiia, ahhaiia… basta ti prego, basta!”, gridò Giulia. Luca le diede un ultimo violento schiaffo sul sedere con tutte le forze che gli rimanevano, dopo un diluvio ininterrotto e progressivo di schiaffi.
Il sedere della donna era scarlatto, con alcune striature viola in alcuni punti. Luca accarezzo i globi ardenti, li apri, fece scivolare la mano nell'inguine.
“Rilassati, Giulia. Sei tutto tesa. Devi lasciarti andare ed essere accogliente. Lo diceva il regolamento della lotteria, lo sai. Dai, calma, eccoci qui, rilassiamoci.”
Giulia lasciò penzolare la testa, e abbandonò il sedere alle carezze di Luca, che lo massaggiò dolcemente.
“Penso che tuo marito non ci metterà molto, tesoro. Presto andremo in camera da letto. Ma nel frattempo…”
Le parole rassicuranti e le carezze di Luca avevano prodotto l'effetto sperato. I muscoli del sedere di Giulia si erano rilassati. Luca alzò la mano molto in alto, mirò alla natica destra, quella più danneggiata, e si abbatté su di essa con una nuova raffica di colpi, ancora più violenta della precedente, fermandosi solo per riprendere fiato.
“Chi comanda qui, troia?”
“Ahhaiiaaaaa… VOI!… Sei tu che comanda!”

Le sculacciate ricominciarono, sempre più crudeli, e né Luca né Giulia si accorsero della presenza di Loris che, volendo godersi lo spettacolo, rimase in disparte per non farsi notare. Attese forse un paio di minuti, godendo del dolore e delle urla di sua moglie, prima di avanzare verso di loro, nudo, con le braccia penzolanti lungo i fianchi, il pene racchiuso in una stretta matrice di plastica che lo teneva inclinato verso il basso. Stupidamente teneva in mano il suo grosso vibratore nero, con l'intenzione di supplicare Luca di lasciarlo giocare.

“Hahaha, guarda chi c'è: troia numero due. Com'è carina con il suo cazzettino decorativo imprigionato e il suo enorme cazzo di plastica in mano. Cosa vorresti fare con questo, troia numero due?”
“Vorrei mettermelo nel culo, padrone.”
Loris si disse che prendere l'iniziativa di chiamare quel bastardo "padrone" avrebbe aumentato le sue possibilità di ottenere la concessione.
“Certo, piccolo verme, certo che potrai metterti il tuo dildo. Prima solo una piccola formalità.”
“Si, padrone?”
Luca afferrò lo smartphone che era appoggiato sul tavolino, puntò il sedere arrossato di Giulia e lo rivolse verso il marito.
“In ginocchio davati al culo di tua moglie, e ripeti dopo di me.”
“Si, padrone.”
“Io Loris F, cervo cornuto di Giulia nel mio stato…”
“Io Loris F, cervo cornuto di Giulia nel mio stato…”
“Riconosco che ogni uomo ha più diritti su mia moglie di me…”
“Riconosco che ogni uomo ha più diritti su mia moglie di me…”
“In particolare ai miei colleghi d'ufficio...”
“In particolare ai miei colleghi d'ufficio...”
“Anche questi ultimi hanno piena autorità su di me e possono pisciarmi in bocca quando vogliono.”
“Questi ultimi... Ehm... non so se... ascolta, non potremmo…”
Con la mano libera, Luca gli mollò uno schiaffo rabbioso.
“O lo ripeti, oppure ti chiudo in cantina... senza il tuo vibratore.”
“Ok, ok, scusa... padrone.”
“Sto aspettando. Andiamo, e guarda dritto nel telefonino.”
“..Anche questi ultimi hanno piena autorità su di me e possono pisciarmi in bocca quando vogliono.”
“Benissimo. Lo invierò ai tuoi colleghi. Conosco qualcuno che lo farà ben volentieri.”

Mentre Luca li seguiva con la videocamera del telefonino, Giulia e Loris dovettero salire le scale a quattro zampe, muovendo i fianchi. Arrivarono nella camera matrimoniale, delicatamente illuminata dalla luce delle candele, percorrendo il sentiero dei petali di rosa fino al letto dove si posizionarono secondo i desideri di Luca, proprio sul bordo, viso e spalle appoggiati sulla coperta, il sedere sollevato verso il soffitto.
Come aveva visto fare a Tommaso nel film porno, Luca spinse in un colpo solo il grosso fallo nero fino all'impugnatura nel retto del marito, che urlò dal dolore.
"AHAAAAAAAAAA!!!!"
“E’ quello che volevi, no? Finocchio del cazzo!”
Loris, grato, ringraziò il suo padrone con voce singhiozzante per lo strazio, e scosse appassionatamente l'ano mentre contemplava il volto di sua moglie dove una moltitudine di espressioni si susseguivano vedendo ciò che il suo amante gli stava facendo.
Luca, eccitato dallo spettacolo della degradazione del marito e dal culo di Giulia pronto all’uso, presentò davanti al buchino della donna un glande gonfio che spinse lentamente finché non fu inghiottito dall’orifizio anale. Lo spinse, ma lo sfintere stretto privo di lubrificazione faceva troppo attrito per poter farlo entrare fino in fondo. Lo estrasse lentamente, notò la punta imbrattata di sangue, strinse i denti e con un colpo deciso la impalò fino a sbattere le sue pelvi contro il sedere di Giulia.
Rimase così per un momento, colpendo di nuovo le natiche, accompagnando ogni colpo con insulti.
“Cagna, baldracca, puttana, lurida scrofa…”+
Giulia fece una smorfia, non urlò come aveva fatto prima quella mezzasega di suo marito, ma si morse il labbro a sangue, e aspettò che passasse il dolore che, come aveva già sperimentato, presto avrebbe lasciato il posto al piacere.
“Dov'è il mio cazzo, troia?”
“Nel mio culo.”

Luca cominciò a scoparla a suo piacimento, con grande brutalità per la maggior parte del tempo, ma a volte riposando con un ritmo più lento, gustandosi la visione del suo cazzo che scivolava dentro e fuori il buchino allargato.
Dopo un po' chiese ad Giulia di girarsi sulla schiena con la testa fuori dal letto. Si inginocchio davanti al suo viso poi seppellì il suo cazzo sporco nella sua bocca, fino in fondo, schiacciando le palle sul naso della donna.
Le afferrò le tette, e le riempì la gola scopandola con la stessa passione di un attimo prima.
"Oh cazzo, è bello, è così bello", riuscì a dire, inframmezzando la frase nella sua sequela di insulti,
Loris prese l'iniziativa di imitare ciò che stava accadendo accanto a lui, come aveva già fatto nel film. Tuttavia, nonostante i vari sforzi, non riuscì a infilarsi in bocca molto più della punta del grosso fallo nero.

Luca continuò a scopare alternativamente il culo e la bocca di Giulia per una ventina di minuti. Giulia si masturbava, e veniva in continuazione, senza distinguere tra l'essere inculata o scopata in gola, cosa, quest’ultima, che le piaceva di più. Luca, prendendo la giovane donna da dietro per l'ennesima volta, le afferrò i capelli per tirarle indietro la testa poi, con entrambe le mani, le infilò le dita in bocca, allargandole le guance da entrambi i lati per scoprire le gengive, e trattenendola li, scaricò il suo carico di sborra nel profondo del culo urlando.

“Lurida troia di merda,” sussurrò, una volta svuotato, “ti ho scopata davvero bene, ti ho scopato come si deve e ti è piaciuto, vero?”
“Si, signore.”
“Ebbene, mi mostrerai la tua gratitudine.”
Luca si alzò e, afferrando ancora una volta Giulia per i capelli, la costrinse ad accovacciarsi a terra.
“Cagami la sborra sul pavimento, puttana, forza, svuota il culo sul pavimento.”
Giulia si accovacciò, ma non riuscì subito a espellere il contenuto del suo sfintere. Contrasse più volte l’ano, fino a produrre una serie di rumori osceni, prima di rilasciare finalmente lo sperma sul pavimento.
“Bravissima! Dai, lecca adesso, pulisci bene tutto.”
Giulia non si fece domande, si costrinse a non pensare a nulla mentre leccava la rivoltante pozzanghera a pochi centimetri dallo smartphone puntato sul suo viso.
Quando non vi fu più traccia della lordura sul pavimento, Luca si accasciò sul letto e chiese ad Giulia di andare a sdraiarsi accanto a lui.
"Vattene da qui", disse a Loris, che pensava di essere stato invitato anche lui a sdraiarsi. “Vai a sdraiarti sul pavimento ai piedi del letto.”

Luca si alzò e si mise a cavalcioni del viso di Giulia, ordinandole di leccargli il culo fradicio di sudore. Trasportato dall'entusiasmo di quella nuova carezza, schiacciò sotto il suo peso il viso della donna, massaggiandolo avanti e indietro come per pulirsi.
Rivolse verso di sè la videocamera del cellulare, in primo piano, ed esclamò raggiante:
"Ed ecco ragazzi, questo è quello che ho fatto con quella sudicia scrofa di Giulia e quel frocione che ha sposato. Mi è davvero piaciuto. Chi vincerà la prossima estrazione?”
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